WHORKSHOP DI DANZA CONTEMPORANEA CON ANNA BUONOMO

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ROMA
Opificio in Movimento
via Arrigo Davila 47/B – RM (metro colli albani)
ph: 06.78344705 – info@opificioinmovimento.com

MARTEDÌ 22 NOVEMBRE 14:30 -16:00
GIOVEDÌ 24 NOVEMBRE 14:30 -16:00

 

VITERBO
Golden Dance School
Via S.Maria in Silice n.13 01100 – VT
ph. 0761/305757 – goldendanceschoolviterbo@gmail.com

SABATO 26 NOVEMBRE 16:00 – 19:00

 

http://www.annabuonomo.com/

ANNA BUONOMO
è una coreografa, performer e insegnante a cui piace definirsi Dance Artist; essendo la danza il mezzo con cui ogni giorno si esprime e con cui cerca di realizzare lavori interdisciplinari e di collaborazione con altri artisti dalle formazioni più disparate. Anna si è formata a Roma seguendo diversi insegnanti e coreografi, tra i quali Michela Mucci con cui ha fondato Bricolage Dance Movement (BDM). Ha realizzato la maggior parte della sua carriera indipendente artistica a Londra, dove ha creato BDM UK, mentre la direzione artistica di BDM Italia è rimasta esclusivamente al talento della Mucci. Le due compagnie sono sempre rimaste legate da progetti e intenti comuni. A Londra sta attualmente creando Water Under The Bridge, un progetto comunitario basato sulle memorie degli anziani partecipanti e interpretato da giovani danzatori.
Adesso vive a San Francisco dove sta continuando la sua ricerca coreografica ed interpretativa del movimento generato dai gesti quotidiani.

IL WORKSHOP
La sua lezione è basata sulla suddetta ricerca. I danzatori sono invitati a usare il loro corpo e le loro emozioni (indotte o resuscitate) liberamente, ma sempre guidati nello spazio e nelle intenzioni. Queste limitazioni paradossalmente creano più libertà dell’espressione motoria di un danzatore formato.
Le tecniche usate durante la classe sono varie, dalla contact improvisation alla free/guided improvisation a elementi di gaga. L’insegnante adatta, modifica e cambia esercizi, tasks e istruzioni in base ai partecipanti presenti; per questo ogni lezione sarà sempre diversa dalla precedente con l’intento di lasciare il danzatore in sala con la consapevolezza che il proprio corpo puó ‘fare’ diversamente e la conseguente realizzazione di conoscere ‘poco’ il proprio corpo ma ‘meglio’ le proprie potenzialità.